Le nuove regole per la formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro

Un punto di svolta per la formazione sulla sicurezza

Il 17 aprile 2025 la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome ha approvato un nuovo Accordo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 119 del 24 maggio 2025. Questo provvedimento segna una svolta per la formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ponendosi come strumento centrale per l’applicazione del Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/2008), in particolare degli obblighi formativi sanciti dall’articolo 37.

Il nuovo Accordo supera e sostituisce le precedenti intese del 2011 e del 2012, puntando a una razionalizzazione e armonizzazione dell’intero sistema formativo. In un contesto normativo che nel tempo si era stratificato e reso complesso, il documento del 2025 rappresenta un intervento di semplificazione e aggiornamento, che tiene conto dell’evoluzione dei modelli organizzativi, delle tecnologie e dei rischi emergenti nei luoghi di lavoro. In questo articolo la società di consulenza Gruppo RES, ci illustrerà i tratti principali dell’accordo.

Gli obiettivi principali del nuovo Accordo

Il documento approvato mira a garantire maggiore chiarezza e uniformità nell’applicazione delle disposizioni formative. Le novità introdotte riguardano sia gli aspetti qualitativi che quelli quantitativi della formazione. L’Accordo stabilisce criteri omogenei per:

  • la durata minima dei corsi;
  • i contenuti formativi obbligatori;
  • le modalità di erogazione, con aperture al digitale;
  • i requisiti dei soggetti formatori e dei docenti;
  • la validità degli aggiornamenti e delle certificazioni.

L’intento dichiarato è rendere la formazione non solo un adempimento formale, ma un reale strumento di prevenzione. Per farlo, vengono introdotti standard più rigorosi per l’effettività e l’efficacia dei percorsi formativi.

Figure coinvolte e responsabilità

Il nuovo Accordo disciplina in maniera dettagliata la formazione per tutte le principali figure della sicurezza sul lavoro. Tra queste, i lavoratori, i preposti, i dirigenti e i datori di lavoro con compiti di RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione). Viene inoltre rafforzata l’importanza della formazione specifica per i soggetti che hanno ruoli decisionali o di vigilanza, come appunto preposti e dirigenti, ai quali viene riconosciuta una responsabilità centrale nella gestione della sicurezza.

Si riconosce così che la formazione non può essere identica per tutte le figure, ma deve rispecchiare le diverse responsabilità, competenze e rischi connessi alle mansioni svolte. Ne deriva un impianto più articolato, ma anche più coerente rispetto alle esigenze reali dei contesti lavorativi.

Durata e contenuti minimi

Tra gli aspetti più significativi dell’Accordo rientra l’individuazione dei contenuti minimi dei corsi, accompagnata da un aggiornamento delle durate. I moduli formativi sono suddivisi in due grandi categorie: formazione generale e formazione specifica. La prima è comune a tutti i lavoratori, mentre la seconda è commisurata al rischio dell’attività svolta.

Il principio guida è quello della proporzionalità: chi è esposto a rischi più elevati deve ricevere una formazione più approfondita. Lo stesso vale per dirigenti e preposti, ai quali è richiesto un approfondimento ulteriore, non solo sulle misure tecniche, ma anche sulle responsabilità giuridiche e organizzative.

Modalità di erogazione e aggiornamenti

L’Accordo apre definitivamente all’uso della formazione in modalità e-learning, purché rispetti precisi requisiti di qualità e tracciabilità. La formazione a distanza è ammessa per diversi moduli, in particolare quelli teorici, mentre per i contenuti pratici e per l’addestramento l’obbligo di presenza resta in vigore.

Viene inoltre ribadito il principio dell’aggiornamento periodico. Le conoscenze acquisite non possono considerarsi definitive: devono essere consolidate nel tempo. La periodicità e la durata degli aggiornamenti variano a seconda del ruolo ricoperto e del tipo di rischio affrontato.

Riconoscimento delle certificazioni pregresse

Un capitolo importante del nuovo Accordo è dedicato alla gestione delle certificazioni già rilasciate prima dell’entrata in vigore. Il principio guida è quello della salvaguardia: i percorsi formativi validamente completati restano efficaci fino alla loro naturale scadenza.

Tuttavia, vengono introdotti criteri per il riconoscimento di eventuali crediti formativi maturati. Questo vale sia per i lavoratori già formati, sia per coloro che hanno frequentato corsi parziali. L’obiettivo è evitare duplicazioni, garantendo continuità ed efficacia al sistema formativo.

Requisiti per formatori ed enti erogatori

Per assicurare una formazione realmente utile e non solo formale, l’Accordo stabilisce criteri stringenti per i soggetti che possono svolgere attività didattiche. I formatori devono possedere requisiti professionali e aggiornarsi periodicamente, dimostrando esperienza sia teorica che pratica.

Anche gli enti di formazione sono sottoposti a regole più severe: devono garantire tracciabilità, trasparenza e qualità dei percorsi proposti. L’intento è contrastare la proliferazione di corsi improvvisati o di dubbio valore, che finora avevano spesso vanificato le finalità della normativa.

Implicazioni per aziende e professionisti

Il nuovo assetto normativo impone alle imprese un’attenta revisione dei piani formativi aziendali. Non si tratta solo di aggiornare i contenuti dei corsi, ma anche di ripensare l’organizzazione della formazione in modo coerente con le nuove direttive. I datori di lavoro devono garantire non solo l’erogazione ma anche la qualità della formazione, pena sanzioni e responsabilità civili e penali.

Per i professionisti della sicurezza, questo Accordo rappresenta una nuova sfida, ma anche un’occasione per rafforzare il proprio ruolo all’interno dell’organizzazione, contribuendo attivamente alla prevenzione.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi

L’Accordo Stato-Regioni del 17 aprile 2025 introduce un cambiamento strutturale nel sistema della formazione sulla sicurezza sul lavoro. Rende più esigente ma anche più efficace l’approccio alla prevenzione, chiarisce ruoli e responsabilità, valorizza la qualità della didattica e riconosce la centralità del lavoratore come soggetto da tutelare. Un passo importante per costruire ambienti di lavoro più sicuri, consapevoli e moderni.