Negli ultimi anni, la provincia di Modena si trova ad affrontare un fenomeno sempre più preoccupante: la proliferazione di vespe, tra cui la temuta vespa velutina, una specie aliena invasiva che rappresenta un pericolo sia per la biodiversità che per la salute pubblica. L’estate del 2025 ha confermato ciò che apicoltori ed esperti temevano: dopo il primo rilevamento ufficiale a Pievepelago nel 2024, la presenza della vespa velutina in Emilia-Romagna è un dato di fatto.
Chi è la vespa velutina e perché preoccupa
Originaria del Sud-est asiatico, la Vespa velutina nigrithorax è un calabrone predatore di medie dimensioni, facilmente riconoscibile per l’addome scuro con l’ultimo segmento di colore giallo e le zampe giallastre. La sua comparsa in Europa risale al 2004, quando fu accidentalmente introdotta in Francia tramite il commercio di ceramiche provenienti dalla Cina. Da allora, la sua diffusione è stata inarrestabile: ha colonizzato gran parte della Francia, Spagna settentrionale, Portogallo, Belgio e Germania, per poi raggiungere l’Italia.
Nel nostro Paese, i primi focolai sono stati segnalati in Liguria, Piemonte e Lombardia con una rapida espansione verso la Toscana e, più recentemente, l’Emilia-Romagna. La sua capacità di adattarsi a diversi climi e ambienti, unita alla velocità di colonizzazione, la rende una delle specie aliene più temibili per gli ecosistemi europei.
A differenza della vespa comune o della vespa crabro (il calabrone europeo), la velutina ha un impatto ecologico devastante sugli alveari, mettendo a rischio la già fragile sopravvivenza delle api locali. Una sola colonia può depredare migliaia di api bottinatrici in pochi giorni, compromettendo intere produzioni apistiche e minacciando il delicato equilibrio dell’impollinazione naturale.
Nidi della vespa velutina: un pericolo ben nascosto
Uno degli aspetti più insidiosi della vespa velutina è la costruzione dei suoi nidi. Esistono due tipologie principali:
- Nidi primari: costruiti in primavera in luoghi riparati come tettoie, sottotetti, garage o intercapedini. Servono come primo rifugio della regina fondatrice.
- Nidi secondari: più grandi e visibili, compaiono tra estate e autunno. Possono raggiungere anche 80-100 cm di diametro e contenere fino a 10.000 individui. Si trovano sugli alberi, ma anche in cavità del terreno, siepi o spazi chiusi come camini e sottotetti.
Nel luglio 2025, nuove ricerche hanno evidenziato un comportamento ancora più elusivo della vespa velutina: la specie non costruisce solo nidi sospesi, ma anche in cavità nascoste o addirittura sottoterra. Questo complica enormemente le operazioni di monitoraggio e contenimento. In città come Modena, dove giardini e spazi verdi si alternano a zone urbanizzate, è molto facile che un nido passi inosservato.
Molti cittadini, infatti, potrebbero ignorare la presenza di un nido finché non si manifesta con la comparsa di individui aggressivi nei pressi di terrazzi, tettoie o condotti di aerazione. In un contesto urbano o semi-rurale, questo aumenta il rischio di contatto accidentale e quindi di punture, anche multiple.
La puntura di vespa velutina: sintomi, rischi e cosa fare
Sebbene la vespa non sia più aggressiva delle specie autoctone, il rischio di puntura aumenta per via del numero elevato di individui presenti nel nido e della loro reazione difensiva. La puntura provoca dolore intenso, bruciore, gonfiore localizzato, ma nei soggetti allergici può scatenare sintomi sistemici gravi come orticaria diffusa, edema delle vie respiratorie e shock anafilattico.
In caso di puntura:
- Allontanarsi immediatamente dalla zona del nido: se si viene punti o si percepisce una minaccia, è fondamentale mettersi al sicuro. Le vespe, specie se disturbate, possono diventare molto aggressive e colpire in gruppo.
- Applicare del ghiaccio sulla zona colpita: il freddo riduce il dolore, il gonfiore e rallenta la diffusione delle tossine. È consigliabile avvolgere il ghiaccio in un panno per evitare ustioni da freddo e mantenerlo sulla parte per almeno 10-15 minuti.
- Chiamare tempestivamente il 118 in caso di reazioni anomale: sintomi come difficoltà respiratorie, vertigini, nausea, gonfiore diffuso o senso di svenimento possono indicare uno shock anafilattico. In questi casi ogni minuto è prezioso.
- Chi è allergico dovrebbe sempre portare con sé un kit di emergenza: le persone sensibilizzate alle punture di imenotteri dovrebbero avere sempre a disposizione un auto-iniettore di adrenalina (come l’Epipen) e saperlo utilizzare in autonomia o con l’aiuto di un familiare o collega informato.
Rischi sanitari e ambientali: perché è un problema per tutti
La puntura è solo uno degli aspetti critici. Il danno più grave riguarda la biodiversità: la predazione sistematica delle api da parte della velutina altera gli equilibri naturali, danneggia la produzione agricola (a causa della riduzione dell’impollinazione) e mette in difficoltà migliaia di apicoltori.
Per questo, associazioni di apicoltori, Comuni e operatori della disinfestazione stanno unendo le forze per promuovere iniziative di monitoraggio e prevenzione. Un esempio virtuoso è rappresentato dal progetto VeluBlitz attivo in Toscana: una campagna di osservazione partecipata condotta tra luglio 2025 e agosto per tracciare la presenza della velutina direttamente dagli apiari. Un modello replicabile anche a Modena.
Cosa può fare il cittadino: segnalare e non intervenire da solo
Di fronte a un nido sospetto – specialmente se grande, difficile da raggiungere o frequentato da insetti aggressivi – il consiglio è non tentare rimozioni fai-da-te. Gli insetticidi da supermercato sono spesso inefficaci e possono innescare reazioni aggressive del nido, mettendo in pericolo l’incolumità di chi interviene.
Molto meglio affidarsi a professionisti locali. A tal proposito, il servizio di disinfestazione vespe Modena si occupa dell’eliminazione sicura dei nidi sia di vespe autoctone che di specie aliene, con interventi mirati, rapidi e rispettosi delle normative sanitarie e ambientali.
Prevenire le infestazioni: buone pratiche da seguire
Per ridurre il rischio di insediamento delle vespe vicino a case e strutture pubbliche, ecco alcune buone pratiche, ciascuna con un ruolo importante nella prevenzione:
- Mantenere chiusi i cassonetti e rimuovere i residui di cibo: i rifiuti organici attraggono le vespe, specialmente durante i mesi caldi. Un cassonetto aperto rappresenta una fonte di nutrimento costante, incoraggiando la permanenza e l’insediamento di nidi nelle vicinanze.
- Evitare l’accumulo di materiali e oggetti in cui possano annidarsi: vecchi mobili, legna accatastata, contenitori vuoti o materiali da costruzione abbandonati possono offrire spazi ideali per la nidificazione, soprattutto nella fase di costruzione dei nidi primari.
- Ispezionare regolarmente sottotetti, grondaie, tettoie e box: questi luoghi riparati sono spesso scelti dalla vespa velutina per costruire i primi nidi della stagione. Un controllo periodico permette di individuare tempestivamente piccole colonie prima che diventino pericolose.
- Segnalare tempestivamente presenze sospette alle autorità o a ditte specializzate: se si nota un’attività insolita di vespe in una determinata area o si intravede una struttura sferica appesa o nascosta, è bene informare subito chi di competenza per un intervento rapido e sicuro.
Un’azione collettiva è fondamentale: la lotta alla vespa velutina non riguarda solo apicoltori o enti pubblici, ma ogni cittadino attento al proprio ambiente. di insediamento delle vespe vicino a case e strutture pubbliche, ecco alcune buone pratiche:
- Mantenere chiusi i cassonetti e rimuovere i residui di cibo: i rifiuti organici, in particolare quelli zuccherini o proteici, sono un forte richiamo per le vespe. Un cassonetto lasciato aperto o con sacchi esposti aumenta la probabilità che la zona venga frequentata e successivamente colonizzata da un nido.
- Evitare l’accumulo di materiali e oggetti in cui possano annidarsi: oggetti inutilizzati come vecchie sedie, fioriere, scatoloni o materiale edile possono offrire spazi ideali per la costruzione dei nidi primari. Tenerli all’aperto senza controllo equivale a lasciare porte aperte alle infestazioni.
- Ispezionare regolarmente sottotetti, grondaie, tettoie e box: questi spazi protetti sono tra i preferiti dalla vespa velutina per la costruzione iniziale dei nidi. Controllarli periodicamente consente di identificare la presenza di piccoli nidi nella fase iniziale, quando sono più facili da rimuovere.
- Segnalare tempestivamente presenze sospette alle autorità o a ditte specializzate: qualsiasi avvistamento anomalo di grandi insetti simili a calabroni o la comparsa di una struttura sferica appesa o nascosta va prontamente comunicata. Un intervento precoce permette di eliminare il problema prima che il nido raggiunga dimensioni pericolose.
Un’azione collettiva è fondamentale: la lotta alla vespa velutina non riguarda solo apicoltori o enti pubblici, ma ogni cittadino attento al proprio ambiente.
Correlazione tra vespa velutina e gestione dei rifiuti urbani
La gestione dei rifiuti urbani gioca un ruolo sorprendentemente rilevante nella prevenzione delle infestazioni di vespe, inclusa la pericolosa Vespa velutina. Questa specie, attratta da sostanze zuccherine e proteiche presenti nei rifiuti organici, trova nei cassonetti mal gestiti un perfetto punto di alimentazione, soprattutto durante la stagione estiva.
Esperti come questi di smaltimento.milano.it riferiscono che in ambienti urbani come Modena, una raccolta differenziata poco efficiente o il mancato rispetto delle regole di esposizione dei rifiuti (sacchi non chiusi, bidoni traboccanti, presenza di scarti alimentari esposti) può favorire la presenza costante delle vespe vicino ad abitazioni, scuole e luoghi pubblici. Questo non solo aumenta la probabilità di insediamento di nidi nelle immediate vicinanze, ma eleva anche il rischio per la salute dei cittadini.
Inoltre, la presenza costante di cibo nei pressi dei contenitori dell’umido agisce da richiamo per colonie in fase di espansione, rendendo più difficile il contenimento. È quindi fondamentale che i servizi di igiene urbana e i cittadini collaborino attivamente per mantenere pulite le aree di conferimento e rispettare gli orari di esposizione e raccolta.
Conclusione: una minaccia concreta ma affrontabile
La presenza della Vespa velutina in provincia di Modena è ormai documentata e potenzialmente destinata ad aumentare. Tuttavia, con il giusto approccio – fatto di consapevolezza, prevenzione, segnalazioni tempestive e interventi professionali – è possibile limitare i danni, proteggere la salute e salvaguardare l’ecosistema locale.
La disinfestazione non è solo una risposta al problema: è uno strumento essenziale di convivenza e sicurezza urbana.