La sicurezza sul lavoro non è solo una questione normativa, ma un vero e proprio investimento sulla nostra incolumità e su quella di chi ci sta attorno; ogni attività professionale, anche quelle apparentemente meno rischiose, comporta delle situazioni potenzialmente pericolose che possono portare a conseguenze fisiche, psicologiche ed economiche.

Per questo motivo, è fondamentale adottare un approccio consapevole, informato e responsabile, in grado di prevenire incidenti e, nei casi più gravi, sapere come tutelarsi anche da un punto di vista legale, ad esempio richiedendo un risarcimento per infortunio sul lavoro.

Conoscere bene i rischi del proprio settore

Il primo passo verso la sicurezza è conoscere con precisione i potenziali pericoli legati alla propria mansione; ogni ambiente lavorativo ha le sue criticità specifiche: un ufficio potrebbe sembrare sicuro, ma può nascondere insidie come postazioni ergonomicamente scorrette, rischio di cadute o esposizione a stress cronico; un cantiere, invece, presenta rischi evidenti come cadute dall’alto, esposizione a materiali pericolosi o utilizzo di macchinari pesanti.

Essere consapevoli dei rischi permette di adottare misure preventive adeguate, utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale (DPI) e seguire con maggiore attenzione le procedure di sicurezza. Inoltre, conoscere i pericoli specifici consente di riconoscere in anticipo situazioni potenzialmente dannose e di intervenire prima che si trasformino in veri e propri infortuni.

Non sottovalutare la formazione obbligatoria

Molti lavoratori partecipano ai corsi di formazione obbligatoria solo per adempiere a un requisito legale, ma la formazione è uno strumento essenziale per la prevenzione. Apprendere come usare correttamente un attrezzo, come comportarsi in caso di emergenza o come muoversi in un ambiente ad alto rischio può fare la differenza tra un comportamento sicuro e uno potenzialmente pericoloso.

Una buona formazione non si limita alla teoria: deve essere aggiornata, pratica, coinvolgente e calata nel contesto specifico; ogni lavoratore dovrebbe poter ricevere nozioni concrete su ciò che riguarda davvero il suo lavoro quotidiano, dal punto di vista della della conoscenza tecnica, abbinata all’esperienza, in modo tale da ridurre drasticamente il rischio di errori e contribuire a creare una cultura della sicurezza condivisa.

Utilizzare sempre i dispositivi di protezione

I DPI non sono accessori, ma strumenti salvavita; caschi, guanti, occhiali protettivi, scarpe antinfortunistiche, mascherine e cinture di sicurezza sono progettati per proteggere il lavoratore da danni gravi o permanenti. Scegliere di non usarli, o usarli in modo scorretto, significa esporsi inutilmente a rischi concreti, anche quando le mansioni sembrano banali o di breve durata.

Abituarsi all’uso dei DPI fin dal primo giorno di lavoro è fondamentale, dato che anche in ambienti dove la sicurezza sembra “sotto controllo”, è bene non abbassare mai la guardia. I dispositivi devono essere sempre in buono stato, ben mantenuti e adeguati al tipo di attività svolta. Il datore di lavoro ha l’obbligo di fornirli, ma è responsabilità del lavoratore utilizzarli correttamente.

Segnalare anomalie e comportamenti a rischio

In molte realtà lavorative, soprattutto quelle con dinamiche frenetiche, si tende a ignorare piccole anomalie o comportamenti rischiosi, magari per evitare conflitti o per “non perdere tempo”, ma ogni situazione irregolare può essere l’inizio di un incidente più grave: un cavo elettrico scoperto, una macchina difettosa, una procedura aggirata per comodità.

Segnalare tempestivamente questi problemi è un atto di responsabilità, non una denuncia. Tutelare sé stessi e i colleghi significa creare un ambiente di lavoro più sicuro per tutti. È essenziale sapere a chi rivolgersi (responsabili della sicurezza, RLS, datore di lavoro) e farlo con precisione, fornendo dettagli utili e documentabili, perché la prevenzione passa anche, e soprattutto, dalla comunicazione interna.

Conoscere i propri diritti in caso di infortunio

Nonostante tutte le precauzioni, gli incidenti possono capitare; in questi casi è fondamentale sapere come comportarsi, a chi rivolgersi e quali sono i diritti riconosciuti dalla legge. L’infortunio sul lavoro deve essere denunciato tempestivamente, documentato e gestito attraverso i canali previsti: medico competente, INAIL, rappresentanti legali.

Molti lavoratori non sono consapevoli del fatto che hanno diritto a un risarcimento, soprattutto quando l’infortunio è stato causato da una negligenza del datore di lavoro, da una mancata formazione o dalla mancanza di dispositivi di sicurezza adeguati. In questi casi, è consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato per valutare l’eventuale richiesta di indennizzo, danni biologici o morali. Informarsi per tempo può fare la differenza tra una lunga attesa e un percorso di tutela efficace.