Le monete rappresentano uno dei pochi oggetti finanziari e culturali che fin dai tempi remoti sono sempre stati oggetti di valore. Si tratta, infatti, di una delle forme più antiche di oggetti con un valore definito dallo Stato, che ne ha provveduto alla realizzazione per l’affermazione del concetto di economia e per l’acquisto dei beni materiali.
Le diverse tipologie di moneta corrispondono anche ad oggetti che sono facilmente collezionabili, dal momento che si possono facilmente identificare la provenienza e le origini.
Molte forme di moneta antica, così come quella moderna, presentano una serie di immagini particolari e spesso sono proprio queste che rappresentano qualcosa di interessante dal punto di vista numismatico.
Monete rare come riconoscerle?
Le monete rare si possono trovare ovunque, solo che non è facile saperle riconoscere. Ci sono vari elementi da considerare quando si vuole iniziare a fare numismatica, ovvero la disciplina che si occupa di catalogare e valutare i coni più particolari e di maggiore valore.
Secondo quando afferma la redazione del sito MigliorBlog.it, nella sezione “notizie di economia” è possibile trovare vari articoli che spiegano come una moneta rara si possa distinguere dalle altre, per il fatto che in giro ne circolano poche. Il principio della rarità dice: meno ce ne sono in giro e più sono ricercate da tutti. Nel caso di una moneta rara, il fatto che esistano esemplari che possono valere, da un minimo di 200€ a un massimo di 110mila€, fa la differenza.
Per riconoscere una moneta rara è necessario considerare tre elementi fondamentali: il periodo in cui è stata prodotta, la quantità di esemplari prodotti e il modo in cui è arrivata fino a noi, nonché lo stato di conservazione. Questi tre punti sono importanti per stabilire il prezzo.
La prima cosa da identificare è la natura della moneta: se lira oppure euro. Al giorno d’oggi le più quotate sono le lire per via del fatto che non sono più prodotte dal 2002, a causa del passaggio alla moneta unica europea. Una volta entrati in possesso della moneta è necessario controllare il periodo storico di riferimento cercandolo sul “verso” (ovvero il lato corrispondente alla “testa”) la parte frontale della moneta.
In basso, solitamente, è presente l’anno di produzione. Partendo dal presupposto che sia leggibile, a questo punto si conosce l’anno. Facendo una ricerca è necessario conoscere quante monete sono state prodotte in quell’anno. Se il numero dovesse essere elevato vorrà dire che si tratta di una moneta facilmente trovabile, quindi, comune e di scarso valore.
Come capire il valore di una moneta
Una delle emissioni maggiormente ricercate dai collezionisti è la lira italiana, emessa in numerose versioni nell’arco di un secolo e mezzo. Dal 2002, la lira ha lasciato il posto all’euro, un fattore che ha portato anche monete abbastanza comuni a guadagnare molto, se collezionate.
Un esempio potrebbe essere quello delle monete diffuse nelle prime fasi del dopoguerra in Italia, quindi, dalla metà degli anni ’40 in poi, come l’emissione delle 2 lire realizzate con una lega di alluminio nota a quei tempi: l’italma. Questa moneta è facilmente riconoscibile, perché presenta la figura di un contadino di spalle mentre appare intento a utilizzare un aratro durante la coltivazione. Dal lato opposto, invece, è presente una spiga.
Tale versione venne adottata fino al 1950, per poi essere sostituita dalla più comune Ape che non ha lo stesso valore. Le monete da 2 lire del 1948 e 1950 sono quelle meno rare ma possono valere da 10 fino a 60 euro, a seconda dello stato di conservazione. Un pezzo che risale al 1949 vale molto di più essendo molto più quotato per i collezionisti, ovvero intorno ai 30-160 euro, un valore che oscilla sempre a seconda dello stato di conservazione.
Un esemplare del 1946 è molto più raro e vale da 100 euro fino a 1250 euro. La più rara moneta da 2 lire di questo genere sembra essere quella del 1947 con un valore che oscilla dai 500€ ai 1800€.