Il contesto pandemico ha contribuito a diffondere la psicologia online. Tramite piattaforme e startup del settore, i pazienti sono comunque riusciti a contattare gli psicologi, e a ricevere assistenza e cura. Le tecnologie aiutano le persone a comunicare e interagire a distanza, e hanno avuto un peso specifico importante, ma i nuovi requisiti di questa interazione danno origine a nuove preoccupazioni etiche.

Il web è pieno di opportunità ma anche di insidie: la trasparenza non è sempre garantita, e il rischio di imbattersi in truffatori è sempre dietro l’angolo.

Per questo motivo alcune aziende hanno redatto spontaneamente il “Manifesto per il supporto psicologico online”, una serie di linee guida approvate da professionisti, pazienti e organizzazioni tra cui Serenis.it, TherapyChat, Mindwork, e Minders Community. Anche il comitato etico del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi lo ha rivisto per stabilire i principi che regolano i servizi di terapia online che tutelano i pazienti in primo luogo, per poi preservare anche singoli professionisti e organizzazioni.

Psicologo online, le nuove regole etiche

Con la continua evoluzione del settore della terapia online, si evolverà anche il Manifesto. Ogni azienda firmataria ha selezionato un rappresentante che farà parte di un comitato incaricato di scrivere e modificare annualmente il documento. Il comitato si riunisce annualmente in teleconferenza: si tratta quindi di un documento a tutti gli effetti vivo, a cui possono aderire le aziende interessate e che sarà in grado di evolversi col passare del tempo, e con l’arrivo di nuove sfide.

Decisivo l’ok del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi: la commissione deontologica ha approvato l’idea e la proposta del manifesto:

“Il settore del benessere mentale digitale è in crescita e promettente, ma proprio perché nuovo ancora incerto: è stato un piacere discutere questi punti con le aziende che ne fanno parte, e vederle collaborare per anticipare i rischi di un settore nuovo.” dice Alessandra Ruberto referente commissione deontologica del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi.